Fino al 1985 in questo luogo non c'era niente. In quegli anni gli abitanti di questo quartiere, chiamato ancora oggi "Villaggio San Biagio" si sono adoperati per costruire la nuova chiesa. È stata un'impresa importante che ha coinvolto tutta la comunità e ancora oggi è possibile sentire dalla viva voce dei protagonisti l'emozione e la commozione per quei momenti.
La chiesa è stata realizzata su progetto dell'architetto Giancarlo Vaghi che ha voluto fosse collocata su un'altura, mentre al livello della strada, cioè al di sotto della chiesa, si trovano gli spazi dell'oratorio. L'interno è rivestito di legno e il pavimento scende in pendenza verso il presbiterio, l'attenzione viene così catalizzata dal tabernacolo dorato, dal grande crocifisso e dall'altare illuminato da un lucernario. Nella chiesa si trova anche una nursery che consente alle famiglie con i bambini piccoli di partecipare alla messa lasciando liberi i bambini piccoli di muoversi e far rumore senza timore di disturbare.
Riccardo Corradi
Leonardo Invernizzi
Pietro Perin
Roberto Polledri
Matteo Sbirziola
Luca Veronesi
della classe 3A, scuola diocesana "P. Andreoli"
Approfondimento:
Prima della costruzione di questa chiesa gli abitanti del quartiere chiamato ancora oggi "Villaggio San Biagio" si ritrovavano per pregare in un capanno. Ma la comunità cresceva sempre di più e con essa anche il desiderio di avere una propria chiesa e un proprio oratorio. Così, dopo anni di sogni e progetti, nel 1984 iniziarono i lavori su un terreno nudo. Il progetto è stato realizzato dall'architetto Giancarlo Vaghi, lo stesso che ha costruito l'oratorio di San Luigi. La prima pietra, che custodisce all'interno una pergamena, viene posta in corrispondenza dell'altare l'11 marzo 1984. Tutto il Villaggio dava una mano nella costruzione della chiesa e si pensa che grazie a piccoli miracoli operati dalla Santa, si sia potuto finire in tempo i lavori. La gente non solo lavorava al cantiere, ma si dava da fare per raccogliere i fondi necessari e organizzava, per esempio, delle raccolte di carta e metallo che, una volta venduti, avevano reso 10 milioni di lire.
La chiesa non è una chiesa come tutte le altre, infatti non ci sono finestre ma solo lucernari che illuminano dall'alto tutta l'aula e i luoghi principali affinché l'occhio si concentri sul tabernacolo dorato e sul crocifisso appeso dietro all'altare. Le pareti, sorrette da dodici pilastri, sono leggermente inclinate e sono ricoperte da assi di legno recuperate dal cantiere tagliate e sagomate. Anche il pavimento è inclinato verso il presbiterio, in modo tale che dalle ultime file si riesca a vedere bene il sacerdote. Il riscaldamento funziona con i pannelli radianti sul soffitto e, grazie al legno di rivestimento, la chiesa si mantiene sempre bella calda. All'interno si trova anche una nursery che consente alle famiglie con i bambini piccoli di partecipare alla messa lasciando liberi i bambini piccoli di muoversi e far rumore senza timore di disturbare.
Sotto la chiesa troviamo l'oratorio, le sale per la dottrina, il teatro e il bar, mentre sulla sinistra troviamo la casa parrocchiale che è comunicante con la chiesa.
Il 22 dicembre 1985 l'altare viene consacrato dal vescovo di Lodi, monsignor Paolo Magnani, insieme al parroco, don Ennio Rizzardi.
È ancora possibile oggi ascoltare dalla viva voce di chi ha vissuto quei momenti la dedizione e l'amore per la propria comunità che mentre costruiva la sua chiesa costruiva e rafforzava anche sé stessa.